Lulivettaccio

Olio Extra Vergine di Oliva da agricoltura biologica

Nel rispetto delle tradizioni secolari della produzione olearia della maremma toscana, lulivettaccio è un olio extravergine di oliva superiore ottenuto coltivando la pianta dell'olivo con i metodi dell'agricoltura biologica. Il suo nome deriva da un appellativo con il quale i nonni definivano un vecchio oliveto poco produttivo, dal quale ottenevano però sempre l'olio migliore.
Proveniente esclusivamente da oliveti aziendali tra i quali, appunto, lulivettaccio dove si coltivano le varietà nostrane frantoiano, leccino e moraiolo è ottenuto da olive raccolte per brucatura manuale.
Le olive raccolte dalla pianta, una volta trasportate al frantoio, vengono spremute a freddo (ossia ad una temperatura controllata di 27°C) ottenendo così rese più basse, ma garantendo una qualità superiore del prodotto in modo da non alternarne le componenti aromatiche.
Di colore verde con riflessi dorati, di sapore fruttato e delicato quest'olio si sposa bene con tutti i prodotti della dieta mediterranea di cui ne è componente principe.

Olive: frantoio, moraiolo, leccino
Altitudine: 300-500 m. s.l.m.
Metodo di frangitura: A bassa temperatura in continuo in assenza di ossigeno.
Abbinamento: a crudo su pane, pinzimoni, verdure, zuppe, pesce (un vero elisir di salute e piacere) e nella preparazione dei piatti tipici della cucina maremmana arricchendoli di profumi unici e di magia.

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Gli oliveti

La coltivazione dell’olivo in toscana risale al VII secolo A.C. L’olio di oliva era inizialmente usato dai greci come prezioso cosmetico. Solo successivamente, in epoca etrusca e romana, si iniziò a usarlo come alimento. L’olivicoltura costituisce un elemento significativo dell’ambiente, delle tradizioni e della cultura maremmana, nel quale l’olivo trova condizioni di crescita ottimali che permettono di ottenere un olio con un raro aroma fruttato e di eccellente valore biologico.

La coltivazione dell’olio in quest’area ha una tradizione antichissima e la sua produzione è stata incentivata da motivi nutrizionali e persino religiosi (alcuni riti e cerimonie imponevano l’uso dell’olio). La zona di produzione ha ottenuto un riconoscimento particolare con la promulgazione di un editto, nel 1716, con il quale il Duca Cosimo III riconosceva la qualità delle produzioni olivicole e viticole.